Il comunismo è e rimane l'unica prospettiva di superamento positivo della società capitalistica. Ma quest'ultima, malgrado le sue traversie, pare divenuta un orizzonte insuperabile, e le forze protese al suo abbattimento sono oggi ridotte alla clandestinità e alla dispersione, se non al disorientamento. L'epoca del movimento operaio tradizionale, delle transizioni socialiste e dei loro programmi si è da tempo conclusa. Il patrimonio delle lotte e delle correnti teoriche del passato richiede un riesame profondo per separare ciò che è vivo da ciò che è morto. Il rapporto intercorrente tra le lotte quotidiane del proletariato, i movimenti interclassisti di massa dell'ultimo decennio e la rottura rivoluzionaria possibile appare più enigmatico che mai. La teoria comunista richiede nuovi sviluppi, per essere restaurata nelle sue funzioni. La necessità di affrontare questi nodi ci interpella in prima persona, come dovrebbe interpellare tutti i sostenitori del «movimento reale che abolisce lo stato di cose presente». I nostri mezzi sono a misura alle nostre forze: modesti. Impossibile in queste condizioni pretendere di essere i fautori unici e infallibili di una rifondazione teorica che arriverà a maturità solo in un futuro non prossimo. Ma è solo iniziando a camminare che si cominciano a tracciare strade percorribili.

lunedì 9 gennaio 2012

Della modestia che si conviene al lottatore sociale

Una lettera ai compagni

R. F.

Il testo che segue – scritto nell'estate 2010 e circolato nei mesi successivi in pochissimi esemplari cartacei – testimonia di una rottura avvenuta nell'ambito della corrente insurrezionalista “anarchica”. Tutt'altro che privo di difetti, esso intendeva porre molte fondamentali questioni ad un milieu di militanti, senza essere del tutto in grado di formularle con chiarezza. Oltre a ciò, le previsioni sul corso del capitalismo e sul destino del democratismo radicale si sono rivelate decisamente errate, come l'approfondirsi della crisi e la diffusione globale del movimento degli “indignados” possono attestare. Altri spunti – il rilievo dato alla rottura storica degli anni '70, la critica dell'attività militante etc. – sono più azzeccati. Sia come sia, questa lettera abbozzava una prima comprensione del processo rivoluzionario come comunizzazione da parte del suo autore: in ciò ha avuto una sua utilità. [NdA, gennaio 2012]